Sconosciuto che passi! tu non sai con che desiderio ti
guardo,
Devi essere colui che cercavo, o colei che cercavo (mi
arriva come un sogno),
Sicuramente ho vissuto con te in qualche luogo una vita
di gioia,
Tutto ritorna, fluido, affettuoso, casto, maturo, mentre
passiamo veloci uno vicino all’altro,
Sei cresciuto con me, con me sei stato ragazzo
o giovanetta,
Ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo non è più
solo tuo né ha lasciato il mio corpo solo mio,
Mi dai il piacere dei tuoi occhi, del tuo viso, della tua
carne, passando, in cambio prendi la mia barba, il
mio petto, le mie mani,
Non devo parlarti, devo pensare a te quando siedo in
disparte o mi sveglio di notte, tutto solo,
Devo aspettare, perché t’incontrerò di nuovo, non ho
dubbi,
Devo vedere come non perderti più.
– Walt Whitman –
Da Foglie d’erba.
Uno dei primi libri di poesia che ho acquistato, molto tempo fa. Una raccolta storica per quel che significò per la letteratura americana e per l’influsso che ebbe nel mondo letterario anglofono. Quella di Whitman è una poesia che non posso dire abbia influenzato il mio modo di scrivere poesia, ma di certo ha impresso un diverso timbro sul mio modo di leggerla.
In proposito, mi piace rimandarvi alla lettura di un ottimo e breve saggio di D.H. Lawrence su alcuni autori americani: in Classici americani (Piccola biblioteca Adelphi, 2009), Lawrence individua per primo nuove voci e tradizioni di una letteratura che si va affermando prepotentemente, e traccia dei brevi, intensi, a volte cinici, ritratti degli autori che prende in analisi. Buona lettura!