Sasso
Càlati in un sasso,
io farei così.
Lascia che altri si facciano colomba
o digrignino i denti come tigri.
Mi basta essere un sasso.
All’esterno è un enigma:
nessuno sa come rispondere.
Ma fresco e quiete dev’esserci all’interno.
Anche se una mucca lo calca col suo peso,
anche se un bambino lo getta dentro un fiume;
il sasso affonda, lento, imperturbato,
fino al fondo,
dove i pesci bussano alla sua soglia
e vengono a origliare.
Ho visto scintille schizzar via
quando due sassi sono strofinati
forse là dentro non fa così buio;
forse c’è una luna che brilla
da chissà dove, spuntando magari dietro un colle,
un chiarore appena sufficiente a decifrare
quelle strane scritte, mappe stellari
sui muri interiori.
Nota biografica:
Charles Simic è un poeta serbo naturalizzato americano, più volte candidato al Nobel per la Letteratura. Nato a Belgrado nel 1938, nella sua infanzia sperimentò gli effetti della guerra sulla Jugoslavia. Nel 1954 i suoi genitori si trasferirono negli Stati Uniti, a Chicago. Simic si laureò alla New York University ed è professore emerito di letteratura e scrittura creativa all’Università del New Hampshire, a Durham.
La fama di poeta gli arrise a metà degli Anni ‘70, quando i suoi testi minimalisti e la sua scrittura chiara riuscirono a fare breccia in un mondo che virava già verso l’edonismo e il disimpegno degli Anni ‘80. I suoi poemi esplorano la realtà e l’universo partendo dall’osservazione degli oggetti. Sono come dei puzzle che vanno componendosi, tessera dopo tessera, o delle scatole cinesi. Questa caratteristica è immediatamente riconoscibile nelle poesie di Simic, che spesso parlano di jazz, arte e filosofia.
Di seguito trovate il testo originale. E’ bello potersi godere una poesia nel suo linguaggio originale, quando si può.
Stone
Go inside a stone
That would be my way.
Let somebody else become a dove
Or gnash with a tiger’s tooth.
I am happy to be a stone.
From the outside the stone is a riddle:
No one knows how to answer it.
Yet within, it must be cool and quiet
Even though a cow steps on it full weight,
Even though a child throws it in a river;
The stone sinks, slow, unperturbed
To the river bottom
Where the fishes come to knock on it
And listen.
I have seen sparks fly out
When two stones are rubbed,
So perhaps it is not dark inside after all;
Perhaps there is a moon shining
From somewhere, as though behind a hill—
Just enough light to make out
The strange writings, the star-charts
On the inner walls.
Charles Simic